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Sin dai tempi antichi il cancro figura come la malattia per antonomasia, ovvero come la patologia con cui la medicina si confronta da più tempo. Non rappresenta un'unica malattia, ma più di cento affezioni diverse. Ognuna di esse prende origine da tessuti differenti e si presenta con caratteristiche evolutive peculiari che conferiscono spesso imprevedibilità d'insorgenza e spiccata resistenza all'approccio terapeutico radicale. I recenti progressi della biologia hanno migliorato enormemente la conoscenza delle dinamiche biochimiche di base finalizzate alla crescita neoplastica. Questo ha permesso di individuare nel processo infiammatorio cronico, così come nelle vie metaboliche che lo sostengono e in precise tipologie cellulari flogistiche di accompagnamento, una condizione predisponente e necessaria al completo sviluppo del tumore. Partendo da tale presupposto, Andrea Valieri e Angelo Scalvini, "ricercatori" per passione, hanno tracciato un ampio quadro d'assieme di patologia generale dei tumori, riuscendo nel contempo a individuare una possibile applicazione oncologica adiuvante di un cocktail di molecole già in uso per la cura di patologie diverse dal cancro.